L’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere

alinari_arena_capua_vetere
L’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è il secondo in ordine di grandezza dopo il Colosseo (m. 165 sull’asse maggiore, m. 135 su quello minore a livello dell’arena). Fu edificato tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. in sostituzione dell’arena meno capiente risalente ad età graccana, i cui resti sono stati individuati a Sud-Est. L’arena, costruita per sostituire quella resa celebre dal leggendario Spartaco, era in grado di ospitare fino a 60.000 spettatori, dotata di ampi sotterranei per mettere in scena particolari spettacoli, in genere gladiatori.
Distrutto dai Vandali dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’anfiteatro servì come fortezza per i principi longobardi di Capua e fu ampiamente depredato a partire dalla fine del IX secolo. A partire dal periodo della dominazione sveva divenne cava di estrazione di materiali lapidei reimpiegati nella costruzione degli edifici della città.
Nel settembre del 1726, gli scavi effettuati di fronte alla porta meridionale dell’Anfiteatro riportarono alla luce una epigrafe mutila, integrata dall’archeologo, presbitero e filologo campano Alessio Simmaco Mazzocchi (1684 – 1771). L’epigrafe recava la seguente iscrizione: “La Colonia Giulia Felice Augusta Capua fece, il divo Adriano Augusto restaurò e curò vi si aggiungessero le statue e le colonne, l’imperatore Cesare T. Elio Adriano Augusto Pio dedicò.” Originariamente posta all’ingresso dell’Anfiteatro, l’epigrafe fu dapprima esposta sotto l’arco della Chiesa di Sant’Eligio a Capua e poi trasferita presso il Museo Campano di Capua, dove è oggi esposta. Parzialmente scavato tra il 1811 ed il 1860, l’Anfiteatro fu definitivamente liberato dagli enormi ammassi di terra tra il 1920 ed il 1930, con numerosi successivi interventi di restauro conservativo nel tempo. Dichiarato Monumento Nazionale nel 1822, fu aperto al pubblico dal 1913.
L’immagine che pubblico fa parte dei duplicati delle fotografie del Cav. Cipriani, donati nel 1959 al Regio Archivio Fotografico degli Uffizi di Firenze e ritrae l’interno dell’Anfiteatro Campano visto da uno degli ingressi [Alinari, fotografo e editore]
(Visited 35 times, 1 visits today)

Potrebbe interessarti anche...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>