Interviste a marcianisani: Franco Sgueglia

Una scena del film Malena di Giuseppe TornatoreMi piace riproporre in questo blog alcune interviste, pubblicate su “Caffè Procope”, a personaggi marcianisani che hanno dato e danno lustro alla nostra città. La prima intervista che voglio proporvi, pubblicata sul numero del 14 Marzo 2004, è quella di Franco Sqeuglia, esperto di grafica digitale che ha collaborato col regista Giuseppe Tornatore ed è autore di spot pubblicitari di successo.

Franco Sgueglia rappresenta, a nostro giudizio, la Marcianise migliore, quella laboriosa che, attraverso la propria attività, si fa stimare e rispettare. Nel caso specifico stiamo parlando di un professionista le cui qualità sono riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo, ed è per questo motivo che lo abbiamo intervistato.

Signor Sgueglia può spiegarci brevemente in che cosa consiste il suo lavoro?
Attualmente lavoro come CGI Supervisor presso la Interactive Group SPA di Milano. Curo progetti che includono al proprio interno l’intervento di tecniche digitali per la manipolazione delle immagini. Quest’ultima può spaziare dai “consueti” effetti digitali, che siamo abituati a vedere negli spot o al cinema, fino al restauro di pellicole datate. Dico “consueti” poiché esite una categoria di effetti che, per quanto ben realizzati, sono facilmente individuabili anche dal fruitore più ingenuo visto che sono orientati a rappresentare oggetti, situazioni o esseri irreali cosi come per i film di fantascienza.
Esiste poi un’altra macrocategoria di effetti denominati “effetti invisibili” in genere orientati ad integrare, aggiungere o modificare quanto proveniente dalla macchina da presa. Per fare un esempio, una scena girata di giorno che deve diventare un notturno, la “set extension” , cioè completare con elementi digitali (case , strade, situazioni atmosferiche …) cosi come ad esempio in Gangs of NewYork dove parte dei luoghi dove si svolge la storia è stata realizzata in scenografia presso gli studi di Cinecittà e successivamente integrata con l’intervento delle computergrafica 3D per allungare strade, creare sfondi ed atmosfere dell’epoca in cui si svolge.
Questa è una sintesi abbastanza grossolana dell’uso degli effetti digitali. In questo ambito io curo la progettazione e la realizzazione di essi.

Come e quando ha iniziato la sua carriera professionale?
Ho iniziato nel 1981 come sviluppatore software per una agenzia IBM ed ho continuato come analista e sviluppatore di applicazioni multimediali fino al 1996. La mia estrazione tecnica ha reso più semplice l’approccio alla computergrafica, che mi ha sempre incuriosito ed appassionato. Già del 1992, mentre continuavo a lavorare in ambito informatico, parallelamente cercavo di consolidare un bagaglio di esperienze orientate alla animazione mediante tecniche di computergrafica 3D, investendo parte del mio tempo libero nello studio ed approfondimento di software, tecniche e metodologie.
A metà del 1996 ho iniziato un percorso assieme ad altri due soci che si è concluso nella fondazione della DYTE, società con sede in Napoli il cui obiettivo era la progettazione e realizzazione di effetti speciali digitali per il cinema ed il restauro digitale di pellicole datate. Successivamente, nel 1998, ha aderito all’iniziativa la Interactive Group Spa, tra le più rappresentative società presenti in Italia nell’ambito del trattamento delle immagini.

Quale è stato il lavoro che l’ha appassionata di più?
I lavori sono tanti e tutti, per un motivo o per l’altro, mi assorbono completamente. Certamente prediligo i lavori realizzati per il cinema rispetto a quelli destinati alla, più effimera, pubblicità. La “Leggenda del pianista sull’oceano” è stato sicuramente tra i lavori più belli. Per svariati motivi. Rappresentava il primo vero impatto con il mondo del cinema. La quantità e la qualità del lavoro svolto, il gruppo di lavoro formato da 5 grossi team sparsi in tutta Europa, l’emozione di lavorare con un premio oscar che io stimo tantissimo. Questo sicuramente è quello che mi ha “preso di più” .
Quello che mi ha emozionato di più è stato invece il lavoro di restauro digitale di “The Kid” di Charlie Chaplin. Non è facile trasmettere l’emozione che si prova quando si ha tra le mani il negativo originale del film.

In che modo è venuto a contatto con il regista Giuseppe Tornatore?
All’epoca ero responsabile di produzione della Dyte ed il supervisore David Bush , incaricato da Tornatore di seguire il film La Leggenda…… mi conosceva ed aveva molta stima nelle mie capacità tecniche e mi coinvolse nel progetto. Tornatore, oltre ad essere un ottimo regista ed una persona di grande cultura, è anche un amico disponibile pronto a ricambiare gli sforzi e l’impegno dedicato al suo lavoro. Lo invitammo a Napoli presso i nostri studi dove tenne la prima conferenza stampa sul film. Successivamente a Casagiove, presso il cineclub Vittoria, dove assieme spiegammo agli intervenuti i retroscena tecnici del film. Ho lavorato con lui anche per il film “Malena”.

Attualmente a quale progetto sta lavorando?
Sono due i film cui sto lavorando, entrambi stranieri, dei quali per ovvi motivi non posso rivelare ancora i dettagli. Il primo è un B-movie destinato alla televisione: una storia di fantascienza. L’altro è invece un film di livello più alto, un giallo psicologico.
Lavoro anche e tanto per la pubblicità e la televisione. Sky Tv, ultimamente, ci ha investito di tantissimo lavoro tra cui anche lo spot promozionale Cinema SKY con John Travolta la cui regia, tra l’altro, era affidata a Giuseppe Tornatore. Abbiamo appena ultimato il sequel del tormentone di acqua Uliveto dove, per chi non lo avesse notato, l’uccellino è completamente realizzato in digitale cosi come per i primi episodi.

Lei adesso vive e lavora a Milano. Ha nostalgia di Marcianise?
Quando ho iniziato questo lavoro l’ho fatto consapevole di non poter avere una fissa dimora. Con mia moglie ed i miei figli abbiamo discusso molto prima di intraprendere questo percorso, duro soprattutto per loro. Certo che ho nostalgia del paese in cui sono nato e vissuto per la maggior parte dei miei anni, per quello che rappresenta e per gli amici e familiari che sono costretto a vedere di rado. Non sento assolutamente nostalgia per tutti quegli aspetti negativi a noi noti, etichette non solo di Marcianise ma del più allargato contesto del Mezzogiorno. Solo vivendo in posti diversi si riesce a capire quanto diversa potrebbe o dovrebbe essere la nostra realtà sotto certi punti di vista.

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