La Chiesa non si rinnova più

CampaneE’ da qualche tempo che, da cattolico e praticante, sono costretto ad interrogarmi sull’atteggiamento di alcuni esponenti della Chiesa Cattolica. In particolare, sotto alcuni aspetti, ho l’impressione sempre più diffusa che ci sia la tentazione di un ritorno alla condizione egemonica della Chiesa in tutti i campi: non solo quello religioso od etico, ma anche e soprattutto in quello politico. La Chiesa torna a organizzarsi in una forma quasi “militarizzata” con le gerarchie che si attivano scientificamente per perseguire un obiettivo.
Fin qui tutto bene. Diciamo che, forzandone il significato, si vuole perseguire la diffusione del messaggio evangelico. Quando, però, la Chiesa comincia ad assumere un compartamento “ad escludendum”, e cioè “o con me o contro di me” allora tutto ciò potrebbe divenire pericoloso.
Perioloso soprattutto per la Chiesa, che, nel tentativo di contrastare la secolarizzazione rischia di travolgere se stessa. Il timore di perdere fedeli può ottenere l’effetto opposto e cioè l’accelerazione del processo di fuga dalla Chiesa.
La grande opera di Giovanni Paolo Secondo di tenere insieme il messaggio evangelico e la modernizzazione della Chiesa sta cedendo il passo alla tentazione di un ritorno al passato. Questo mi preoccupa anche perchè, come è logico, l’atteggiamento a volte aggressivo delle gerarchie ecclesiastiche, provoca reazioni da parte di chi, a ragione, ritiene che lo Stato nasce laico e deve rimanere tale.
La storia della Chiesa è fatta, purtroppo, soprattutto di errori che a volte si sono trasformati in orrori. Non sto qui ad elencarli. La Chiesa li ha ammessi quasi tutti. Ritengo ci siano le condizioni per evitare il ripetersi di nuovi e gravi errori.

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