Discariche e tumori: è allarme!

Rifiuti speciali che brucianoRecentemente, è stato pubblicato un rapporto, commissionato dal Dipartimento di Protezione Civile e condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal CNR, dall’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Al progetto hanno concorso l’Osservatorio Epidemiologico Regionale della Campania, l’ARPA Campania e le strutture sanitarie territoriali (dipartimenti di prevenzione delle AASSLL).
Questo rapporto ha evidenziato, pur non facendo luce sulla correlazione specifica tra causa effetto, una forte corrispondenza tra la presenza di discariche di rifiuti ed inceneritori e l’aumento di mortalità per cause tumorali all’interno di un’area territoriale. Nel territorio studiato, che fa riferimento al periodo 1994-2001, fra le altre città c’è anche Marcianise.
Che l’emergenza ambientale nel nostro territorio sia diventata molto seria ce ne eravamo già accorti. Quando alla sensazione comune si aggiungono dati scientifici allora la situazione diventa allarmante.
La Campania, oltre a vivere quotidianamente l’emergenza rifiuti sin dal 1994, ha sopportato negli anni una pesante situazione di degrado ambientale, soprattutto per lo sversamento illegale di rifiuti speciali molto pericolosi per la salute umana. Inoltre, da molti anni, l’ecomafia smaltisce alcuni tipi di rifiuti attraverso la tecnica dell’incenerimento.
La notizia di oggi conferma l’allarme per la salute: 8 ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, Egle Pilla che ha accolto la richiesta del Procuratore aggiunto Paolo Albano e del sostituto Donato Ceglie della Procura della Repubblica presso il tribunale di S. Maria Capua Vetere. L’accusa è di associazione criminale finalizzata al traffico illecito di rifiuti pericolosi mediante la loro raccolta, trasporto, recupero e illecito smaltimento. In particolare i fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane provenienti dagli impianti di depurazione ubicati e operanti nell’area Casertana e nella provincia di Napoli. Inoltre fanghi prodotti dal trattamento delle acque biologiche industriali e quindi pericolosi, venivano smaltiti su terreni agricoli.
Rifiuti tossici che venivano impiegati come concime. Prodotti agricoli, eidentemente contaminati, che finiscono sui piatti delle nostre tavole. Un agricoltura già duramente provata dall’emergenza diossina, che portò all’abbattimento di 13.000 capi di bestiame (bovini, caprini, ovini e bufalini).
Quanto dobbiamo ancora aspettare affinchè il Governo intervenga nella duplice azione di bonifica del territorio e contrasto al fenomeno delle ecomafie?

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1 Risposta

  1. ossicino scrive:

    …Città di merda!!!…

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