Con il Pacs diritti per le coppie di fatto

L’intervento di Romano Prodi a favore del Pacs rappresenta un momento di grande sensibilità della politica ed in particolare del centrosinistra, rispetto ai mutamenti della società contemporanea. Tutti sappiamo che esistono coppie di fatto, eterosessuali ma anche dello stesso sesso, che pur avendo un rapporto stabile e duraturo non vedono riconosciuto il loro status giuridico.

Il PACS (Patto Civile di Solidarietà): è uno strumento a cui possono accedere le coppie omosessuali e di sesso diverso che non vogliono contrarre matrimonio ma preferiscono una regolamentazione più snella e leggera per il loro rapporto.

Questo strumento non impone nulla alle coppie di fatto che non vogliano darsi alcun vincolo giuridico: il PACS è un’opportunità in più per tutti, non è un obbligo per nessuno. Per le coppie di fatto che intendono rimanere tali ma che hanno un carattere di convivenza stabile la legge dovrebbe prevedere alcuni riconoscimenti in più, nel rispetto della volontà della coppia di non darsi nessun vincolo normativo. Assistere il/la propria partner in ospedale, partecipare alle decisioni che riguardano la sua salute e la sua vita, lasciare in eredità il proprio patrimonio alla persona con cui si è condivisa l’esistenza senza le gravose imposizioni fiscali previste per un estraneo sono alcune delle opportunità, oggi negate, che verrebbero introdotte con i pacs.

Trovo veramente anacronistico il concetto per cui questo strumento (previsto già in Francia, Germania, Olanda, Belgio, Portogallo Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda, Lussemburgo e nelle regioni spagnole di Catalogna, Aragona, Navarra) non debba essere introdotto anche in Italia. E trovo altresì propagandistico il fatto che alcuni politici, come Mastella e Follini, ritengano i pacs come un attacco alla famiglia.
La famiglia, quella classica, va sostenuta con leggi che incoraggino la formazione e lo sviluppo della stessa. Le coppie di fatto devono essere tutelate dai diritti.