Gaetano Andrisani: “Nemo propheta in patria”

Gaetano_AndrisaniAlcune forze politiche ed anche esponenti della società civile di Gaeta si stanno adoperando affinchè una delle strade della città laziale venga intitolata al compianto Gaetano Andrisani. Il noto esponente del mondo culturale marcianisano, scomparso il 28 marzo scorso all’età di 82 anni, aveva conservato un rapporto di affetto profondo con la città di Gaeta dopo che, giovanissimo cadetto della Marina Militare, aveva prestato proprio lì il servizio di leva negli anni Cinquanta. Giornalista, scrittore meridionalista, critico d’arte e studioso di storia patria, era molto conosciuto nella città del Golfo per la sua intensa e proficua attività culturale svolta in particolar modo con la pubblicazione della “Gazzetta di Gaeta” di cui per tantissimi anni fu direttore a partire dal 1973. Il legame con la città era talmente forte che aveva scelto questo luogo come meta fissa per villeggiare con la sua famiglia. Inoltre andava fiero del fatto che si chiamasse Gaetano, proprio come gli abitanti di Gaeta.
Ma Andrisani, “Bebè” per gli amici, era amante, innanzitutto, della sua città natale. La Marcianise in cui affondavano le proprie radici ed a cui era legato da un immenso amore. Ne è dimostrazione la sterminata produzione letteraria e di ricerca storico-culturale prodotta durante tutta la sua esistenza. Dei sui scritti ricordiamo: Spunti e ricerche per la Storia di Marcianise, Il Crocifisso di Marcianise, Contributi per la storia di Marcianise, Marcianise e Gaeta nel catalogo del Broccoli, Carme a Marcianise, Colomba di Gesù Ostia e Giacomo Gaglione. La dedica che inseriva in quasi tutti i suoi scritti descrive bene tutta la sua passione per il sapere e per il nostro territorio: “A chi attraverso i miei libri impara a ben curare le patrie memorie”. La sua passione, appunto, erano i libri e la ricerca storiografica: per lungo tempo fu direttore della Biblioteca Comunale di Marcianise. Nella sua abitazione conservò una voluminosa collezione libraria. Migliaia di testi, molti dei quali di grandissimo pregio e rarità, riguardanti ogni genere letterario: scienze e letteratura, laicità e religione, tutte le religioni. Non aveva mai rinunciato a pubblicare i suoi numerosi libri lasciandoli “intonsi”, ossia non facendoli tagliare sui tre lati dalla sua casa editrice. Sosteneva che così il lettore doveva via via “aprire” le pagine e assaporarle, riproponendo l’antico rituale di far scorrere il tagliacarte lungo i bordi delle pagine, avanzando gradualmente verso l’ultimo rigo del volume. Gli amici, inoltre, raccontano che non ci volle poco per convincerlo ad abbandonare la sua vecchia macchina da scrivere e cominciare ad usare il computer per digitare i suoi saggi ed i suoi romanzi.
Era il decano in assoluto dei giornalisti della Campania, fra i pochi iscritti al registro speciale del Ministero di Grazia e Giustizia prima che fosse fondato l’Ordine dei Giornalisti. All’inizio del 2009, in occasione della Festa di San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti, l’Ordine Regionale dei Giornalisti, l’Assostampa di Caserta e la sezione casertana dell’Ucsi, gli conferirono un riconoscimento speciale alla carriera quale “Senatore dei Giornalisti di Terra di Lavoro e della Campania”.
La prima volta, in vita mia, che ho visto il Professor Andrisani è stato quando da piccolo osservavo quel signore distinto, di altri tempi, che si sedeva sempre in una delle storiche poltrone del coro ubicate ai lati dell’altare del Duomo di Marcianise. Era una presenza fissa, la sua, durante tutte le solennità religiose perchè da lì amava partecipare alla messa nella sua chiesa preferita anche perchè devotissimo al Crocifisso. In seguito, quando cominciai a scrivere per il Corriere di Caserta, Andrisani mi inviava per posta tutta la sua pubblicazione libraria sempre accompagnata da lettere di stima scritte rigorosamente a mano.
Profondo conoscitore della storia cittadina, conosceva i vizi ma soprattutto le virtù e le potenzialità di Marcianise. Fu sempre fiero difensore della città e resta memorabile il suo intervento durante un collegamento televisivo della Rai in Piazza Umberto I a seguito di una delle sanguinose faide di camorra. Spiegò, con decisione, che la camorra non era mai stata la cultura dominante a Marcianise, che la sua comparsa era assolutamente recente e concideva con l’avvento dell’industrializzazione. Con poche parole, argomentate ed efficaci, Andrisani, esperto giornalista, aveva approfittato della forte rilevanza mediatica che gli si presentava per difendere a spada tratta la sua città cercando di scrollarle di dosso quel marchio infame che gli era stato ingiustamente cucito addosso e che non rendeva onore alla vera Marcianise laboriosa ed onesta. In seguito, durante la mia breve esperienza di assessore alla cultura, mi prodigai per assicurare alla nostra biblioteca comunale un consistente numero di copie di una sua recente pubblicazione. L’ultimo ricordo che conservo di lui risale a dicembre 2009 quando, tramite un nostro comune conoscente, mi inviò due libri uno dei quali dedicato al poeta capodrisano Elpidio Jenco. Era già da tempo costretto a restare in casa per via della sua malattia che lo ha poi condotto alla morte.
Ci sono 101 motivazioni per rendere onore ad un così illustre concittadino quale è stato Gaetano Andrisani. Se il Comune di Gaeta gli dovesse dedicare una strada, e Marcianise restasse a guardare, sarebbe l’ennesimo schiaffo che questa città darebbe ad un suo generoso figlio. Andrisani, così come è stato recentemente per un altro indimenticabile concittadino “innamorato” di Marcianise, Pietro Zinzi,  rischia di cadere ignobilmente nel dimenticatoio dopo aver dedicato una vita intera alla propria città. Un città, Marcianise, che troppo spesso fa valere l’assunto “Nemo propheta in patria“.

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