Una Reggia più affollata di turisti e visitatori in questo Natale 2009: solo nella giornata di sabato sono state oltre 1.800 le presenze a Palazzo Reale. Sarà l’effetto del lancio mediatico che ha interessato il monumento vanvitellano negli ultimi tempi (il recente, grande evento «La Reggia delle meraviglie», ma anche la proclamazione del parco reale come il «Più bello d’Italia»), o le importanti rassegne ospitate oppure in corso («Invito al Cremlino», «Ernesto Tatafiore e i maestri di Terrae Motus», «La Reggia e le Regine», mostre di costumi d’epoca della sartoria Tirelli), comunque un riscontro positivo c’è stato. Lo confermano i responsabili di Arethusa, la società che gestisce i servizi aggiuntivi e la biglietteria della Reggia.
«C’è un trend positivo, una crescita certamente costante — osserva Alessandro Tartaglione, uno dei responsabili di Arethusa Caserta — rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, abbiamo registrato un miglioramento, anche se più significativo per la giornata di Santo Stefano. A Natale, come ogni anno, il movimento è minimo: stavolta abbiamo avuto circa 350 visitatori a fronte dei 150 del 2008. Il doppio, ma si tratta di numeri esigui che, per la verità, non giustificano l’apertura. Ovviamente le cose sono andate meglio ieri: più di 1.800 le persone che hanno scelto di passare la festività negli appartamenti reali a fronte di un migliaio scarso dello scorso anno. Molti ci hanno chiesto espressamente delle mostre. In particolare quella dei tesori del Cremlino ha attirato tanti turisti. Curiosità e interesse ha suscitato anche l’esposizione dei costumi antichi della sartoria Tirelli allestita nell’appartamento storico, mentre la rassegna di Tatafiore ha richiamato un pubblico di appassionati, una proposta qualificata e qualificante, che si è confermata valida ma comunque di nicchia».
La ripresa, quindi, c’è. Anche nei numeri rispetto agli ultimi anni di piena crisi. «Possiamo parlare di risultati incoraggianti — insiste Tartaglione — il week-end di Capodanno sarà certamente più movimentato. E’ sempre accaduto così, e quest’anno potrebbe andare anche meglio visto che il 2 e 3 gennaio sono sabato e domenica». Nonostante il passo in avanti, per le aspettative di un monumento turistico come la Reggia è necessario continuare ad investire per attrarre i grandi flussi turistici. «Perciò è necessario continuare a lavorare, ad insistere su strategie di comunicazione, su eventi e iniziative, sul marketing territoriale, senza rinunciare, però, a cercare nuove soluzioni — prosegue il responsabile di Arethusa — per esempio, come accade in tutti i musei del mondo, sarebbe utile eliminare il giorno di chiusura (alla Reggia, il martedì, ndr). Una chiusura anacronistica che provoca ancora problemi. Non c’è un martedì nel quale non si noti una piccola folla di turisti, forse distratti o poco informati, comunque delusi davanti ai cancelli serrati del Palazzo reale».
E Tartaglione, dal suo osservatorio privilegiato, fa un’altra proposta. «Perché non anticipare a febbraio le settimane della cultura con gli ingressi gratuiti nei musei pubblici — rilancia — solitamente queste iniziative si promuovono nel mese di maggio, periodo in cui c’è già un naturale, consistente movimento turistico. In primavera le persone arrivano numerose e sono ben disposte a pagare i biglietti di ingresso. Perciò, queste iniziative andrebbero prese nei periodi di magra, come appunto febbraio, quando c’è un calo fisiologico degli arrivi. Sarebbe un modo per incentivare i flussi turistici e per non perdere troppe entrare in mesi di grande movimento. Senza contare che gli introiti dovuti all’eliminazione delle settimane della cultura di maggio, potrebbero essere destinati a realizzare progetti finalizzati come, ad esempio, al restauro di determinati ambienti o al recupero di spazi inutilizzati ».
Lidia Luberto
28 dicembre 2009