Marcianise c’è: la “corsa” di Clemente Russo

clemente_ce.jpgIn questi giorni di ribalta nazionale ed estera per il nostro pugilato  è emersa con straordinaria ed altrettanta infelice chiarezza la propensione di raccontare la nostra realtà sociale in maniera assolutamente distorta. In particolare mi ha colpito il fatto che se era un atleta del Nord a vincere una medaglia, ciò era il frutto di un abnegazione e di una passione innata per lo sport. Se, invece, toccava ad un atleta del Sud conquistare un podio, allora si trattava di braccia tolte alla malavita.
E’ questo il modo più facile, ne sono oramai convinto, di relegare il Mezzogiorno ad una condizione di inferiorità e di sudditanza rispetto agli interessi sempre meno velati di buona parte del Settentrione. Tutto ciò, assolutamente in linea con i tempi che corrono, è un vecchio vizio del giornalismo italiano che è sempre più propenso a romanzare la realtà affinché sia meno noiosa e più appetibile: in poche parole serve a far vendere più copie di giornali.

Un merito dell’atleta e nostro concittadino Clemente Russo, oltre a quello squisitamente sportivo, è stato quello di sfatare molti di questi cliché che la stampa vuole a tutti i costi attaccarci addosso. Primo fra tutti il fatto che i pugili siano tutti rozzi e ignoranti: Clemente ha saputo parlare con i media senza farsi mettere mai sotto. Ogni volta che qualcuno voleva piazzargli in bocca delle frasi o affibbiargli delle idee non sue lo ha sempre denunciato pubblicamente (vedi l’articolo su l’Espresso di Saviano). Il nostro, inoltre, ha sempre difeso la sua Marcianise. Anzi, ne è stato orgogliosamente fiero, rendendogli l’onore che si riserva alla patria che gli ha dato, oltre ai natali, il carattere e la determinazione che lo hanno fatto arrivare in alto. Ha dialogato alla pari con i politici: ha spiegato al Ministro Meloni che agli atleti non si può chiedere altro se non di essere bravi e portare riconoscimenti al proprio paese. Infine, ma non meno importante, ha saputo demolire lo stereotipo che vede i meridionali tutti delinquenti e chi arriva in alto solamente un graziato dal Signore. Come ha spiegato anche il papà di Clemente ai giornali, suo figlio, come tanti altri ragazzi, è entrato in palestra di pugilato non per sfuggire alla camorra, ma semplicemente per fare sport. E se per caso non avesse ingranato in questo sport, probabilmente ne avrebbe provato un altro. Oppure, semplicemente, si sarebbe cercato un lavoro.
Il fatto che una piccola minoranza di criminali, che pure c’è e va al più presto estirpata dalla nostra comunità, sia la scusa per martoriare moralmente un’intera città è un fatto che va condannato, soprattutto da noi marcianisani. Chi non lo fa è un ignorante. Oppure semplicemente è in malafede, e cioè ha interessi affinché si criminalizzi la propria città.

Ho conosciuto per la prima volta Clemente Russo e Mirko Valentino lo scorso novembre al loro ritorno dai campionati mondiali di Chicago. Clemente aveva conosciuto da ragazzino mio padre:“quello con la Fiat Tipo grigia”. Mio padre è stato dirigente e fondatore, insieme ad altri sportivi, dell’Excelsior Boxe e tante volte aveva accompagnato lui e gli altri ragazzi alle gare provinciali e regionali di pugilato. Mi era apparso subito motivato ma soprattutto non banale. Mi disse: “Assessò, io sto parlando bene della nostra città ai giornali e le televisioni di tutto il mondo. Cosa farà la mia città per me?”. Fu allora che organizzammo “Terra di Pugili”. In quella manifestazione rendemmo onore al pugilato marcianisano e tutti i suoi protagonisti: atleti, dirigenti sportivi, allenatori, appassionati. Fu una festa dello sport e lui, insieme a Mirko, ne fu protagonista.

Oggi che Clemente Russo è un campione internazionalmente riconosciuto e, giustamente, un personaggio pubblico, mi è tornato in mente un episodio che risale a 5 o 6 anni fa. Di mattina presto stavo andando al lavoro quando vidi un ragazzo fare footing nei pressi del Castello di Loriano. Era chiaro che non si trattava di qualcuno desideroso di perdere chili di troppo. Incuriosito chiesi in giro per sapere chi fosse e quando lo descrissi ad un amico mi spiegò che si trattava di un pugile molto bravo di nome Clemente. Oggi quel ragazzo è un campione e quella corsa diventa, inevitabilmente, simbolica: quando si vuole qualcosa e si è determinati, nello sport come nella vita, è molto probabile che ci si riesca, a prescindere dalle condizioni economiche, sociali o geografiche. Clemente, sia chiaro, ha intenzione di continuare a correre, per se stesso innanzitutto, ma nella sua corsa ha deciso di coinvolgere anche la sua città e questo oltre a rendergli onore rappresenta uno straordinario messaggio di speranza per Marcianise.

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1 Risposta

  1. Giuseppe Grillo scrive:

    Caro Alessandro,

    sono anch’io di Marcianise e ho seguito con grande passione Clemente e Mirko.
    Purtroppo anch’io ho notato questa cattiva abitudine dei giornalisti.
    In particolare, voglio citare lo stesso Saviano (autore di Gomorra, ricordiamolo) e il suo articolo “Tatanka Scatenato” apparso sull’Espresso del 07 Agosto 2008, e di cui risporto il link:

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Tatanka-scatenato/2035709

    Purtroppo credo che lo stesso Saviano ci stiamo marciando sopra alla questione camorra!
    Una buona metà dell’articolo è “sprecato” a parlare dei clan di Marcianise, ed anche con un certo grado di dettaglio!
    In particolare voglio citare questo passaggio:

    Mimmo Brillantino e gli altri coach andavano a prendersi i ragazzini nei bar, nelle piazze, fuori da scuola. E così li strappavano al deserto in cui i clan riescono a reclutare i giovani di generazione in generazione per metterli sulle loro scacchiere. La boxe rompeva questo meccanismo e lo faceva in modo definitivo. Il ring è più efficace, in questo, di una laurea. Perché quando hai combattuto col sudore della tua fronte e con le tue mani, arruolarsi diviene una sconfitta.

    Io ho vissuto 25 a Marcianise, e so com’è! E sicuramente non è come ce la descrivono i giornalisti, compreso Saviano!
    O la Camorra o la disoccupazione. In mezzo, il pugilato!

    E no! Basta con questi quadretti da grande cinema! Basta questi luoghi comuni!

    Caro Saviano, hai avuto il tuo successo mediatico. Ora però, se vuoi veramente aiutare il tuo e il nostro Meridione, basta parlare di camorra! Basta romanzare ogni vicende con lo sfondo malavitoso!

    La svolta parte da qui.

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